Itinerari turistici

Il territorio limitrofo alla tratta Torino-Piacenza è sicuramente uno tra i più affascinanti e ricchi di suggestioni.

Il suo patrimonio unisce proposte sportive di altissimo livello a tesori culturali ed enogastronomici di assoluto rilievo, collocandoli in magnifici ambienti naturali tra cui numerose aree protette.

Scoprite in queste pagine, con un clic sul menu alla vostra sinistra, le numerose possibilità che avete di scoprire nuovi itinerari a pochi passi dalle uscite autostradali da voi percorse.

Alba e le Langhe

Uscita consigliata: A21 – Asti Est

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In giro per la città
Le torri del centro storico di Alba furono costruite nel XIV e nel XV secolo dalle famiglie nobili della città. Pare che un tempo Alba ne ospitasse addirittura cento. Ora, ne sono rimaste una ventina. Da piazza Duomo ne sono visitabili tre, le più alte e meglio conservate: le Torri Sineo, Paruzza e Astesiano.
Numerose anche le chiese del centro storico: la Cattedrale di San Lorenzo, il Tempio di San Paolo, la Chiesa di San Domenico, la Chiesa della Maddalena.

Fiera Nazionale del Tartufo Bianco d’Alba
La Fiera del Tartufo nacque nel 1929 con il nome di “Fiera-Mostra campionaria a premi dei rinomati tartufi delle Langhe”, come estensione dell’Esposizione agricola e industriale che si svolgeva ad Alba fin dall’inizio del secolo.

I promotori avevano intuito che il tartufo, se opportunamente promosso, sarebbe diventato una voce trainante per tutta la produzione agricola e artigianale locale. Oggi la Fiera ha cambiato il proprio volto arricchendosi di manifestazioni ed eventi culturali.

I Castelli delle Langhe e del Roero
Una caratteristica delle Langhe e del Roero, zone agricole di cui Alba è la “capitale”, è la massiccia presenza di castelli e residenze medioevali. Il paese di Grinzane è noto per il castello del Conte Cavour, attualmente sede dell’Enoteca Regionale Piemontese Cavour.
L’edificio ospita anche un Museo permanente con cimeli cavouriani e un Museo Etnografico. È una struttura a pianta quadrilatera le cui origini risalgono al 1200. A Pollenzo ha sede la tenuta di caccia di Vittorio Emanuele II, a Verduno il castello di Carlo Alberto.

A Magliano Alfieri vi è la residenza feudale di Vittorio Alfieri, castello che risale al XII secolo ed appartenne ai Roero di Vezza e agli Alfieri di Asti.
Il castello di Cherasco venne costruito nel 1348: un imponente edificio a forma quadrata, con torri ai quattro angoli e una minore sull’ingresso con ponte levatoio.
Il castello di Cravanzana è stato costruito nel XVII secolo sui ruderi di un castello più antico, e completato dell’ala orientale nel secolo successivo. Passato ai Savoia, nel 1731 Carlo Emanuele III lo cedette al suo ministro marchese Gian Giacomo Fontana.

Il castello di Govone appartenne ai Savoia dal 1792 al 1870, e venne reso famoso dal soggiorno nel 1730 di J. J. Rousseau, a servizio dei conte Ottavio Solaro.

Il castello di Serralunga fu realizzato intorno al 1340, su una fortificazione precedente. Presenta tre torri asimmetriche: una cilindrica, una quadrata ed una pensile.
Fra i castelli settecenteschi citiamo quello di Guarene. A Canale e Montà vi sono due castelli rinascimentali. Interessante è la torre del castello di Corneliano d’Alba per la sua fronte a 12 lati.

Come raggiungere Alba
A21, uscita Asti Est, superstrada per Alba.

Asti

Uscita consigliata: A21 – Asti Est, Asti Ovest

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In giro per la città
Chiesa di San Secondo (piazza San. Secondo)
Nel medioevo era conosciuta come la chiesa di San Secondo dei Mercanti. Sorge sul luogo della sepoltura del santo patrono della città, immediatamente fuori della cinta muraria romana. Architettura: cripta, costituita dalla primitiva edicola (sec. VIII). Campanile romanico (sec. X) relativo alla chiesa successivamente sostituita dall’attuale struttura gotica a croce latina (sec. XIII-sec. XIV). Facciata su modello romanico (sec. XV). Cappella di San Secondo (terminale navata destra), progetto Bernardo Vittone (sec. XVIII). Pittura: Polittico (Adorazione dei Magi), Gandolfino da Roreto (sec. XV-XVI). S. Secondo in gloria, Stefano Tofanelli (fine sec. XVIII). Madonna del Rosario, scuola del pittore Guglielmo Caccia detto “il Moncalvo” (sec. XVII). Affreschi, S. Bianchi (sec. XVIII).

Palazzo Alfieri (corso Alfieri, 375)
Casa natale di Vittorio Alfieri. Già costruzione medievale, fu ristrutturata da Benedetto Alfieri intorno al 1738. Lavori di adattamento furono realizzati tra il 1901 e il 1903 a cura di Leonetto Ottolenghi, insieme con la sistemazione della piazza attigua. Il palazzo è attualmente sede del Museo Alfieriano, del Centro Nazionale di Studi Alfieriani, della Biblioteca Astense e dell’Istituto per la Storia della Resistenza e della Società

Cattedrale (piazza Cattedrale)
Principale esempio di gotico-piemontese, fu costruita nella prima metà del sec. XIV da maestranze locali per iniziativa del vescovo Arnaldo De Rosette, originario della Saintonge (Francia occidentale). L’edificio è ispirato a modelli architettonici e decorativi francesi. Antiporta lato sud: decorata soprattutto da motivi zoomorfi e vegetali di tradizione locale (sec. XIV). Campanile romanico (metà del sec. XIII). Sacrestie, realizzate a seguito del prolungamento dell’edificio su disegno di Bernardo Vittone. (sec. XVIII). All’interno troviamo opere pittoriche (sec. XV – XVI): di Gandolfino da Roreto la Madonna del “Banchiere”, lo Sposalizio della Madonna, la Genealogia della Madonna, la Deposizione. Presenti anche opere di Guglielmo Caccia detto “il Moncalvo”: la Risurrezione (sec. XVI – XVII). Affreschi settecenteschi: Francesco Fabrica e G. Battista Rocca per le navate, il transetto, il triburio; Carlo Carloni e G. Perego per le absidi. Di Francesco Bassano detto “il Bassanino”: Adorazione dei Magi (fine sec. XVI).

Manifestazioni
Il Palio di Asti è una delle più importanti manifestazioni del Piemonte ed il secondo Palio in Italia per importanza dopo quello di Siena, pur essendo di qualche anno più antico (risale al 1275). Ha luogo la terza domenica di settembre in piazza Vittorio Alfieri e vi partecipano 21 cavalli montati a pelo da altrettanti fantini che rappresentano i 14 borghi cittadini e 7 comuni della provincia. In realtà, le manifestazioni legate al Palio sui susseguono per tutto l’anno e costituiscono un momento di aggregazione e tradizione che ha davvero pochi eguali in Italia.
L’Assedio di Canelli (giugno) è una festa in cui l’esatta ricostruzione storica viene resa viva ed autentica dal coinvolgimento popolare, dove oltre duemila personaggi in costume seicentesco ricreano per due giorni l’Assedio di Canelli dell’anno 1613.
Il “Premio Douja d’Or” è il Concorso Enologico Nazionale per vini a DOC e a DOCG organizzato durante il mese di settembre dalla Camera di Commercio di Asti, con la collaborazione tecnica dell’O.N.A.V. (Organizzazione Nazionale Assaggiatori di Vino).

Come raggiungere Asti
A21 uscita Asti Est, Asti Ovest.

Casale Monferrato

Uscita consigliata: A21 – Asti Est

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Antica capitale del Monferrato, Casale è una delle più interessanti città d’arte del Piemonte.

In giro per la città
In piazza Castello si trova l’antico Maniero dei Gonzaga. Tracce di una struttura difensiva sul luogo dell’attuale forte si riscontrano già attorno al Mille. Il Maniero fu edificato a metà del sec. XIV dal marchese Giovanni II Paleologo, e in seguito venne ampliato da Guglielmo VIII Paleologo e Bonifacio V. A metà del XVI Secolo passò ai Gonzaga, venne accentuato il carattere difensivo ampliando le fortificazioni, poi distrutte dopo circa un secolo.

Nei pressi di piazza Carlo Alberto troviamo la Cattedrale di S. Evasio (il Duomo) dalla caratteristica facciata asimmetrica romanica, la cui fondazione risale all’epoca del re longobardo Liutprando (712-744).
Pregevole anche il quattrocentesco Palazzo del Carretto, costruito dagli omonimi marchesi e restaurato all’inizio del secolo. Nel cortile possiamo vedere un elegante pozzo ed un poderoso porticato.

Da non dimenticare inoltre la chiesa di San Michele (o dei nobili), ottagonale, con cupole affrescate e tele di Guglielmo Caccia detto il Moncalvo e Santa Caterina, chiesa barocca splendidamente affrescata. La chiesa di San Domenico, cinquecentesca, racchiude al suo interno grandi tele di Pietro Francesco Guala.

Monferrato, Terra di Vino
Il Monferrato Casalese è una delle piu’ antiche terre da vino del Piemonte: la produzione è concentrata in 34 piccoli comuni, 17 vini sono DOC di cui 5 esclusive prodotte sulle colline del Sud Ovest del Po.

Nel Monferrato operano più di 300 produttori, 6 cantine sociali ed una Enoteca Regionale. La maggior parte della produzione è incentrata sui due vitigni più tipici della zona, Barbera e Grignolino. Otto comuni del Monferrato Casalese producono circa il 25% di tutta la produzione di Barbera DOC della Provincia. Il Grignolino del Monferrato Casalese concentra in undici comuni l’80% della produzione.
I due grandi poli vitivinicoli della zona sono Vignale e Rosignano.

Come raggiungere Casale Monferrato
A21 uscita Asti Est; Supestrada per Casale Monferrato.

Castelnuovo Don Bosco

Uscita consigliata: Villanova d’Asti

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In giro per la città
Castelnuovo Don Bosco sorge su di un colle a 240 m. Il paese – denominato in precedenza Castelnuovo d’Asti – è sovrastato dalla torre medioevale, di notevole pregio sono, inoltre, alcune costruzioni risalenti a diverse epoche, come la Villa Filippello in stile liberty.

La piazza principale ospita la statua dedicata a San Giovanni Bosco, opera dello scultore Stuardi (1898). Nella frazione Becchi si ritrovano le testimonianze della vita del santo e del suo impegno a favore dei giovani, in particolare la casa natale, e il grandioso complesso di costruzioni di carattere sacro e profano che fanno del luogo uno dei maggiori centri dell’attività salesiana. Il fulcro di questo complesso architettonico è il Santuario che comprende la chiesa superiore e quella inferiore. Della struttura fanno parte anche un museo missionario ed una serie di edifici ospitanti collegi, scuole, laboratori, attrezzature sportive e ricreative.

Manifestazioni
Accanto alle manifestazioni di carattere religioso che si tengono al Santuario, ricordiamo le Feste di San Rocco, in programma a ferragosto, con balli, giochi e la corsa di cavalli al galoppo. A novembre si svolge la Festa del Tartufo e l’ultimo lunedì di novembre si tiene l’antichissima fiera commerciale di Sant’Andrea. Ogni 25 luglio si tiene, inoltre, in frazione Mondonio la suggestiva processione di San Giacomo.

San Giovanni Bosco
Don Bosco nacque a Castelnuovo d’Asti, oggi Castelnuovo Don Bosco, il 16 agosto 1815. Ordinato sacerdote a Torino nel 1841, iniziò la sua attività pastorale con San Giuseppe Cafasso.

Per tutta la sua vita si distinse per l’impegno a favore dei giovani, in particolare quelli poveri ed abbandonati. Diede vita all’Oratorio di S. Francesco di Sales che divenne luogo di ritrovo domenicale per i giovani che desiderassero trascorrere una giornata in allegria. Istituì, inoltre, scuole di arte e mestieri per giovani lavoratori e scuole regolari per gli studi umanistici. Fondò la Pia Società di S. Francesco di Sales (i salesiani) e le Figlie di Maria Ausiliatrice. Scrittore egli stesso, avviò scuole tipografiche, riviste e case editrici; svolse azione di intermediario tra la Santa Sede, il Governo italiano e casa Savoia. Don Bosco morì il 31 gennaio 1888 e fu canonizzato da Pio XI nel 1934.

Come raggiungere Castelnuovo Don Bosco
A21 uscita Villanova d’Asti; Strada Provinciale 19 in direzione Castelnuovo Don Bosco.

Santuario di Crea

Uscita consigliata: Asti Est

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Il Sacro Monte (443 m slm) si trova vicino al limite nord del Monferrato, in uno splendido scenario naturale: dolci colline coperte di vigneti e di boschi, con sullo sfondo la pianura padana circondata dalle Alpi e le colline del Monferrato fino all'Appennino Ligure.

Nel 1980 con legge regionale è stato istituito il “Parco Naturale e area attrezzata del Sacro Monte di Crea” con 47 ettari di terreno prevalentemente boschivo. La legge riconosce il valore culturale del santuario e si prefigge di mantenere integri e valorizzare l’ambiente paesaggistico, la chiesa, il convento, le cappelle.L’origine della località si deve a Sant'Eusebio, che nel IV secolo ebbe l’incarico di evangelizzare il Piemonte nord-occidentale e per far questo creò degli oratori nella zona dove più usavano radunarsi le vestali.

Fu il re d’Italia Arduino, agli inizi dell’XI secolo, a volere il luogo avesse una chiesa vera e propria, in grado di accogliere i sempre più numerosi pellegrini. Da qui la realizzazione di una chiesa di dimensioni ridotte e di un convento per gli Agostiniani.

Alla fine del XV secolo il complesso diventa proprietà dei Lateranensi che iniziarono un’opera di ristrutturazione ed ampliamento. Un secolo più tardi iniziò la ristrutturazione più massiccia, in seguito alla quale l’edificio acquisì la definitiva impronta architettonica barocca.

Il santuario è stato quindi eretto in tre differenti periodi: l’originale struttura eusebiana era situata nella zona in cui ora c’è l’altare della Madonna di Crea; quella rinascimentale presenta il maggior numero di testimonianze, tra le quali spicca la cappella di Santa Margherita; la costruzione barocca, a partire dal 1612 ha apportato modifiche all'ampiezza della navata centrale e al disegno della facciata.

Nei pressi del santuario, sorge il Sacro Monte. Costruito nel 1589 per volere Costantino Massimo contiene ventitrè cappelle e cinque romitori, all'interno dei quali si narrano i Misteri del Rosario. Alla realizzazione del complesso presero parte molti artisti tra cui i fratelli Wespin, detti Tabacchetti, il Moncalvo, Paolo Giovenone. L’itinerario ha il suo punto principale nella cappella dell’Assunzione della Vergine o “del Paradiso”, commissionata ai Tabacchetti e affrescata dal Moncalvo.

Come raggiungere il Santuario di Crea
A4 uscita Boffalora.

Grazzano Visconti

Uscita consigliata: Piacenza Ovest

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Grazzano Visconti è una «città d’arte» del piacentino: dal 1986 si fregia di tale titolo perché nel piccolo borgo si continuano, dopo secoli, la lavorazione del legno, del ferro e della ceramica.
Nel 1386 Gian Galeazzo Visconti pose la prima pietra del Duomo di Milano e autorizzò anche la costruzione di un’altra opera: il Castello di Grazzano, attorno al quale, successivamente, si sviluppò il borgo. Occasione per la costruzione di quest’edificio fu il matrimonio della sorella Beatrice con Giovanni Anguissola.

Nel Novecento intense opere di ricostruzione e ristrutturazione donarono a Grazzano l’elegante aspetto di borgo medioevale che conserva tuttora.
La cittadina è impreziosita oltre che dal castello, la Corte Vecchia, il monastero (anteriore all’anno 1000), il palazzo dell’Istituzione e l’albergo del Biscione. Le case di Grazzano recano affreschi sulle pareti esterne: tutti sono opera di Giuseppe Visconti, autore anche dei disegni dei costumi grazzanesi.
Una festa medievale, che si tiene ogni anno in maggio, rievoca l’arrivo a Grazzano nel 1389 di Valentina Visconti di Asti, ricevuta dalle famiglie nobili piacentine. Un corteo in costume ricorda lo storico episodio; segue il torneo equestre delle antiche casate.

Il castello
Il castello fu progettato su schema quadrato con quattro torri agli angoli delle quali due a base circolare e due a base quadrata. All’interno del corpo di fabbrica vi è una corte a base quadrata circondata da porticati. Un ampio fossato circonda il castello. Lo schema di costruzione è tipico del periodo in cui è stato realizzato e testimonia l’influenza viscontea nella zona.

La Cortevecchia
La Cortevecchia è un’area agroturistica, sviluppata su una superficie di circa 7000 mq., per buona parte destinata ad area verde e percorsi a libero accesso. I fabbricati sono una testimonianza della civiltà contadina di parecchi decenni fa, conservano infatti la propria tipologia che si armonizza con il borgo di Grazzano Visconti.

Lo “stile” di Grazzano Visconti
Nel primo decennio del Novecento sboccia quell’artigianato creativo che darà vita all’arredo “stile Grazzano” le cui forme si rifanno al 1400. È uno stile dominato dal bassorilievo con intagli molto fitti e profondi, con figure prima disegnate sulla tavola poi incise con mano d’ artista. A questo stile rimangono fedeli gli artigiani del mobilio di Grazzano Visconti. Tra le botteghe più rinomate ricordiamo: quelle storiche di Pietro Borlenghi, di Leonardo Borlenghi, di Francesco Muselli, di Antonio Risposi, di Savino Tinelli, di Renzo Magnani.

Come raggiungere Grazzano Visconti
A21 – uscita Piacenza Ovest
SS. di Val Nure sino a raggiungere la cittadina.

Oltrepò pavese

Uscita consigliata: Voghera, Casteggio, Broni Stradella

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L’Oltrepò Pavese – conosciuto anche come “Vecchio Piemonte” – è un cuneo di territorio lombardo che si inserisce tra Emilia e Piemonte, in particolare tra le province di Alessandria e Piacenza. Diviso dal resto della provincia di Pavia dal Po, si estende per circa 1100 kmq, dei quali un terzo di pianura e due terzi di collina e montagna. La sua “capitale” è Voghera. La zona è rinominata per i vini, il frutto pregiato delle colline che la caratterizzano.

I vini dell’Oltrepò Pavese
L’origine della viticoltura nell’Oltrepo’ Pavese è antichissima, tanto da trovarla citata già da autori classici greci e romani. Oggi, con i suoi 16.000 ettari di vigneti, l’Oltrepò è una realtà unica in Italia per la produzione di vini d.o.c.. Sono venti i vini tutelati da questo marchio, affermati in Italia e all’estero in virtù delle loro qualità. I più importanti sono:
Bonarda, Barbera, Pinot nero vinificato in bianco, Pinot nero vinificato in rosso, Riesling Italico e Renano Moscato.

Cenni storici
Durante il primo millennio a. C. iniziò la colonizzazione dell’Oltrepò collinare da parte di popolazioni galliche e liguri. A partire dal 238 a. C. i Romani conquistarono progressivamente la zona e fondarono numerosi centri abitati. L’Oltrepò subì poi nuove invasioni tra le quali la distruzione di Iria (l’attuale Voghera) condotta dall’esercito di Attila. La zona seguì le vicende storiche e politiche del Ducato di Milano, da cui fu distaccata nel 1743 in seguito al trattato di Worms. In seguito, fu sottratta al controllo politico di Pavia entrando a far parte del territorio piemontese sotto la casa Savoia.

Da vedere:
Innumerevoli nella zona i Castelli, quasi tutti medievali (tra cui quelli di Cigognola, Montalto Pavese, Nazzano, Soriasco), le chiese pregevoli (tra cui quelle di Broni, Casteggio, Rocca Susello), e le risorse naturali (tra cui il Giardino Botanico Alpino di Pietra Corva a Romagnese, il Parco Lacustre di Lungavilla, il Parco Naturale le Folaghe di Casei Gerola).

Come raggiungere l’Oltrepò pavese
A21 – uscita Voghera, Casteggio e Broni Stradella.

Pavia

Uscita consigliata: Casteggio – Stradella

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Fondata oltre duemila anni fa, Pavia si trova sulla riva sinistra del fiume Ticino e presenta un ricco patrimonio storico e artistico.

Il Castello Visconteo
Situato a nord della città, fu fondato da Galeazzo II Visconti nella seconda metà del XIV sec. Oggi è sede dei Musei Civici. Vicino al castello è situata la chiesa di San Pietro in Ciel d’Oro (XII sec.): tipico esempio di romanico pavese, ospita le spoglie di Sant’ Agostino, di Severino Boezio e del re longobardo Liutprando.

Poco oltre piazza da Vinci, vicino all’Università, si possono scorgere tre torri Medievali: un tempo erano molto più numerose e Pavia era conosciuta come la “Città dalle Cento Torri”. In piazza della Vittoria si trovano il Broletto – risalente al XII-XIII sec. e sede municipale fino al 1875 – Palazzo de’ Diversi (XIV sec.), il Duomo, fondato nella seconda metà del XV sec. dal Cardinale Ascanio Sforza. La cupola è per dimensioni la terza in Italia. Nei pressi del lungofiume sorge la chiesa di San Michele che il suo valore artistico si inserisce in un circuito culturale di respiro europeo. La basilica è antichissima: la sua prima menzione viene da Paolo Diacono nell’anno 642 d. C.

Fuori del centro storico vi sono le chiese di San Lanfranco e di San Lazzaro, entrambe romaniche. La prima, situata ad ovest della città, custodisce una stupenda arca dedicata al santo (1498). La seconda, situata ad est di Pavia, risale al XIII sec. e presenta uno stile di transizione tra romanico e gotico.

Il Pavese
Il Pavese è la parte nord-orientale del territorio provinciale. Annovera numerose località d’interesse, tra cui Certosa, famosa per l’omonimo monastero, Bereguardo, Belgioioso e Chignolo Po, sedi di altrettanti castelli. In questo territorio hanno sede anche le Terme di Miradolo, ricche di acque salso-bromo-iodiche, e l’Oasi naturalistica di Sant’Alessio che si estende intorno al castello dell’omonima località.

La Certosa di Pavia
Certosa di Pavia – località e a circa 8 km dalla città in direzione di Milano – ospita l’omonimo monastero, affidato ai monaci cistercensi della comunità di Casamari. In origine monastero certosino, fu fondata da Gian Galeazzo Visconti il 27 agosto 1396. Contribuirono alla sua costruzione e decorazione gli architetti Bernardo da Venezia, Cristoforo da Conigo, Giacomo da Campione, Giovanni e Guiniforte Solari, Cristoforo Lombardo; gli scultori Amadeo, i fratelli Mantegazza, Rinaldo de’ Stauris, Briosco, Dolcebuono. Per costruire l’edificio ci vollero oltre due secoli e per questo motivo la facciata e il resto della Certosa vedono avvicendarsi i seguenti stili architettonici: gotico lombardo, rinascimentale, barocco. Il complesso è costituito dalla chiesa, dai Chiostri (il Chiostro Piccolo, sul lato ovest del quale si apre il Refettorio; il Chiostro Grande con le 24 celle dei monaci), dal Palazzo Ducale progettato da Francesco Maria Richino nel XVII secolo e da vari cortili.

Come raggiungere Pavia
A21 Uscita Casteggio – Stradella.

Pralormo

Uscita consigliata: A21 – Villanova d’Asti

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Il Castello di Pralormo, tuttora residenza dei proprietari originari, i conti Beraudo di Pralormo è immerso in uno splendido parco disegnato da Xavier Kurten, celebre paesaggista del XIX secolo.

Storia
La prima costruzione del Castello, risalente al XIII secolo, faceva parte del sistema di fortificazioni di questa parte del Piemonte contesa tra Asti e i Biandrate.
Nel 1680 Giacomo Beraudo acquisì il terzo del castello posto verso sud e fu investito del titolo di Conte dalla Reggente Maria Giovanna Battista di Savoia Nemours. Intorno al 1730 fu edificata la cappella, successivamente sopraelevata con un salone affrescato. Nel 1840 il Conte Carlo Beraudo di Pralormo, ministro dell’Interno di Re Carlo Alberto, affidò all’architetto di Corte Ernesto Melano la ristrutturazione dell’intero edificio.In quella stessa epoca il piccolo giardino di rose sul lato sud, citato già nel 1500, fu trasformato in parco all’inglese dall’architetto Xavier Kurten, già autore del parco di Racconigi e di quello di Villastellone. Alla fine del secolo il nipote del ministro fece edificare l’Orangerie, la Cascina (1875) e la Serra in vetro e ferro dei fratelli Lefebvre di Parigi.

La visita del Castello
Il Castello è aperto, ogni anno, durante la kermesse “Messer Tulipano” che si tiene nel mese di aprile. È possibile visitare:
– il Parco all’inglese;
– la Serra, che si affaccia su di un giardino con fioritura a rotazione in cui si trovano peonie, ireos, lillà, rose antiche ed erbe aromatiche;
– l’Orangerie che custodisce le tavole dell’erbario creato durante la catalogazione del parco, gli antichi progetti e documenti relativi al parco e al castello. Al primo piano dell’Orangerie si trova il laboratorio dell’antico ricamo piemontese Bandera.

Come raggiungere Pralormo
A21 Uscita Villanova d’Asti; SS29 in direzione Alba-Poirino.

Rivalta

Uscita consigliata: A21 – Piacenza Sud

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Il castello di Rivalta si trova a soli 13 km da Piacenza, in Val Trebbia, la valle che Ernest Hemingway definì poi come “la più bella valle del mondo”.
La particolarità di Rivalta è di essere non solo un castello, ma anche un borgo medioevale autentico. Il restauro sistematico e la valorizzazione dell’intero complesso (culminato nel 1990 con l’apertura del castello alle visite guidate) sono merito degli attuali proprietari della rocca, i conti Zanardi Landi (ramo della famiglia Landi che risiede a Rivalta già dal 1200). Furono infatti il conte Filippo Zanardi Landi e la moglie Francesca Vincenzina dei Marchesi Ardissone ad avviare il processo di restauro del borgo durante gli anni sessanta, furono così creati due ristoranti “Antica Locanda del Falco” e il ristorante “La Rocchetta” con servizio catering nella suggestiva foresteria del castello, un albergo “residenza Torre di San Martino”, un bar “le cinque lanterne”, caratteristici appartamenti , un punto degustazione nell’antico mastio del borgo “la bottega re di coppe” ed infine altri piccoli negozi. La struttura è quindi oggi un’ affascinante location ideale per matrimoni, meetings, e svariati eventi.

Il castello è un rifacimento del 1450, originale di questo periodo è anche la torre cilindrica realizzata da Pietro Antonio Solari, lo stesso progettista del Cremlino di Mosca. Il percorso di visita comprende: il salone d’onore, la sala da pranzo, la cucina del rame, la cantina , le prigioni,, le camere da letto l’area museale (sala armi contenente le tre bandiere cristiane originali della battaglia di Lepanto del 1571) e la sala del biliardo. Dal 2012 è possibile visitare anche il museo delle cere.

Come tutti i castelli che si rispetti, anche il castello di Rivalta ha i suoi fantasmi tra cui il cuoco Giuseppe: un’antica leggenda narra del cuoco Giuseppe, ucciso nel Settecento dal maggiordomo di cui aveva insidiato la moglie. Si manifesterebbe accendendo e spegnendo interruttori. Negli anni Ottanta, durante una notte in cui era al Castello la principessa Margaret d’Inghilterra, Giuseppe si sarebbe divertito per oltre dieci minuti a mettere in funzione elettrodomestici e altre apparecchiature.

A Pasqua, Halloween, Capodanno e in occasione di determinati eventi, Il Castello di Rivalta organizza visite guidate a misura di bambino dal nome “Caccia ai fantasmi” e “Il segreto trafugato nel maniero spiritato”. I bambini, accompagnati dai loro genitori, e da una guida (vestita con i costumi dell’epoca) possono scoprire favole, leggende e simpatiche presenze…

Come raggiungere Il castello di Rivalta
Uscita autostradale: Piacenza SUD (A 21). Dirigersi verso Gossolengo, quindi seguire per Gazzola.

Maggiori informazioni riguardanti il Castello e gli eventi in programma: castellorivalta.blogspot.comcastellodirivalta.it